Twilight Science

Esperienza con campi magnetici permanenti rotanti

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  1. Vitriol
     
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    Esistono in commercio dei motori elettrici particolari, non vengono usati comunemente, sono motori "Brushless a cassa rotante"
    I motori in questione sono motori ad altissimo rendimento, hanno magneti permanenti potentissimi in genere al neodimio, vi assicuro che sono tremendi li ho testati, per staccarli ci vuole una notevole forza. Ma la cosa interessante è che hanno i magneti adesi tutto intorno alla cassa come gli altri motori elettrici ma la differenza è che la cassa ruota e la parte delle bobine elettriche rimangono ferme.
    Niente di meglio per sperimentare l'effetto di campi magnetici così potenti in rotazione.

    I motori in questione hanno diverse grandezze, io ho testato un motore di massima grandezza e uno di grandezza minore, l'alimentazione è un po' complicata in quanto è necessario un circuito pilota elettronico elevatore di tensione che dai normali 12- 24V arrivano anche a qualche centinaio in genere vengono usati MOSFET di potenza. Il numero di giri è notevole fra i 20.000 e 40.000 giri che come avrete capito è quello della cassa rotante dove si trovano i magneti.

    Bene fra qualche giorno vi posto le foto e i risultati con l'elenco della strumentazione usata per le misurazioni. <_<
     
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  2. Vitriol
     
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    brushlessmotorroxy

    Uploaded with ImageShack.us

    bene questo è uno spaccato di un motore praticamente simile a quello che sto sperimentando, i magneti sono adesi alla cassa e ruotano con essa nel momento che viene data corrente alle bobine.

    Elenco della strumentazione che viene usata per l'esperimento:

    interferometro di Michelson per valutazione di eventuali distorsioni spazio-tempo
    analizzatore di spettro dalla BF ai Ghertz per vedere le frequenze generate
    magnetometro in uTesla per la misura del campo magnetico generato
    multimetro digitale per misura assorbimento e voltaggio

    i risultati fra qualche giorno!
     
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  3. salto66
     
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    Rispetto un motore tradizionale corrente continua di tipo brushless, la parte mobile è quella esterna il guscio rivestito da magneti permanenti (soluzione scomoda e pericolosa per le applicazioni tradizionali di automazione perchè qualcosa potrebbe attorcigliarsi attorno)

    Nel guscio mobile vedo 14 magneti, hanno polarità alternate ??
    del tipo N-S-N-S-N-S-N-S-N-S-N-S-N-S-

    La parte fissa è quella formata dalle bobine alimentate da una corrente continua
    L'avvolgimento ha 12 bobine. Come sono avvolte le bobine tutte nello stesso senso , oppure in senso alternato senso orario e una antiorario CW-CCW-CW-CCW-CW-CCW-CW-CCW-CW-CCW-CW-CCW- ?

    La prima cosa che mi colpisce di questo motore sono i numeri 12 (uguale alle 12 coppie di magneti della flywheel) e 14 all'esterno (per inciso nei disegni massonici il sole la parte esterna alla terra , il suo "guscio", è disegnato con 16 polarità principali, quindi la bilanciatura è simile a quella del motore ma non uguale, sarebbe interesante vedere cosa succede con un motore bilanciato a 16 magneti esterni, diventa oscillante avanti e indietro ? oppure ruota ancora più uniformemente , il rendimento è più alto ?)

    Ora lo scopo di un motore è quello di sviluppare movimento , in questo caso far ruotare il guscio esterno e di conseguenza l'albero ad esso solidale.
    Lo scopo del motore non è disperdere energia all'esterno del motore ma concentrarla all'interno e renderla visibile come moto dell'albero.
    Chi ha costruito il motore ha cercato una configurazione per massimizzare la coppia all'albero e velocità di rotazione.

    L'effetto di torsione dovuto al passaggio della corrente nelle bobine è già visibile nello spazio circostante come rotazione dell'involucro stesso, e si disperde essenzialmente tutto nel far girare il motore.

    Per vedere altri effetti dovremmo lavorare in un certo senso a motore aperto, dove i magneti interni non sono bilanciati da quelli esterni , altrimenti dall'esterno vediamo un sistema magnetico chiuso su se stesso.

    Inoltre quale effetto vogliamo vedere ???

    A seconda della disposizione geometrica dei dipoli costituenti quella materia su cui vogliamo testare il motore,
    sulla frequenza di pulsazione di questi dipoli atomici, avremo di volta in volta effetti diversi.
    Se la disposizione di questi dipoli sarà "caotica" avremo effetti "caotici"
    Viceversa più la disposizione avrà una geometria regolare e orientata ad un certo fine più l'effetto sarà visibile molto chiaramente lungo una certa direzione di evoluzione.
    Nel caso del motore il fine e la geometria è quella di creare una rotazione dei magneti esterni circolare

    Per vedere un effetto dobbiamo stabilire su cosa lo vogliamo vedere, su un fluido esterno al motore ? su cristallo esterno al motore ? su un plasma esterno al motore ? su un tessuto organico esterno ?

    Inoltre questo materiale che circonda i magneti in rotazione è ferma rispetto al motore oppure anche essa si muove con un suo ritmo macroscopico e un suo ritmo di oscillazione microscopico ?

    Vitriol tu cosa ti aspetti di trovare esattamente ???
     
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  4. Vitriol
     
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    assolutamente niente......ecco cosa mi aspetto di trovare. In una rotazione di magneti come su motori come questa mi aspetto di non trovare assolutamente nessun tipo di effetto fisico ed è proprio quello che voglio dimostrare, che non succede un bel niente.
    Il secondo step sarà invece quello di montare due magneti permanenti esterni alla cassa rotante con rotazione prossima ai 10-20.000 giri e misurare, il terzo step è quello di posizionare due elettromagneti al posto dei permanenti e misurare, infine dare ai due elettromagneti impulsi e misurare. Conclusione voglio dimostrare che se ci sono effetti fisici questi ci siano solo nel sistema che genera impulsi, ma potrei sbagliarmi ...chissà. ;)
     
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  5. salto66
     
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    Vitriol conosci questo lavoro che parla delle correnti pulsanti ?

    www.scribd.com/doc/28598889/Edwin-V-Gray-Free-Energy#archive
     
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  6. salto66
     
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    Per capirci Tesla studiò quello che succede nell'stante in cui si chiude un semplice contatto di un iterruttore elettrico, la scintilla.

    Cosa produce questa scintilla ?
    Perchè si forma ?

    Per studiare il fenomeno l'unico modo è amplificarlo, chiudere un interruttore ai cui capi di un generatore di corrente continua
    che va a caricare un grosso condensatore.

    Chiudere il contatto per un tempo brevissimo, in modo che non faccia a tempo a ritornare in direzione del generatore nessuna onda riflessa dal condensatore.

    Per fare questo Tesla utilizzò un magnete permanente come interruttore per spezzare l'arco che si crea ai capi di un interruttore

    Da questo studio noto che nello spazio circostante si propaga una nuova forma di energia, una sorta di corrente di carica eterica. Una onda d'urto

    Regolando correttamente i parametri dell’inerente circuito, Tesla imparò
    come produrre a richiesta una serie estremamente rapida di impulsi
    unidirezionali. Tesla scoprì che quando gli impulsi erano brevi, improvvisi e
    precisi nella loro successione, l’effetto elettrizzante poteva permeare volumi
    molto grandi dello spazio apparentemente senza perdita di intensità. Scoprì
    anche che l’effetto elettrizzante penetrava schermature metalliche
    considerevoli e la maggior parte degli isolanti con facilità.
    Sviluppando un mezzo per controllare il numero degli impulsi per secondo,
    come pure gli intervalli intermittenti di tempo fra un impulso e il successivo,
    cominciò a scoprire un nuovo regno di effetti. Ogni durata di impulso dava i
    suoi peculiari effetti. Capace di sentire gli shock pungenti, sebbene schermato
    e a una distanza di quasi 50 piedi (15 metri) dal suo apparato, Tesla si accorse
    d’un tratto che un nuovo potenziale per la trasmissione di energia elettrica gli
    si era manifestato. Tesla fu il primo a capire che le onde elettriche d’urto
    (electrical shock waves) rappresentavano un nuovo mezzo per trasformare il
    mondo, proprio come aveva fatto il suo sistema Polifase.

    Tesla era totalmente intenzionato a rivelare le sue scoperte in maniera
    dettagliata al mondo intero. L’elettricità radiante aveva speciali caratteristiche
    che la comunità scientifica non conosceva. Lavorando con una semplice ma
    potente rielaborazione del suo apparato originale, Tesla scoprì che l’elettricità
    radiante poteva indurre potenti effetti elettrici a una certa distanza. Questi
    effetti non erano alternanze, né onde alternate. Erano onde longitudinali,
    composte da onde d’urto (shockwaves) consecutive. Il procedere di ogni onda
    d’urto (shockwave), seguita da brevi zone neutre, costituiva il campo radiante.
    Le componenti vettoriali di queste successioni di onde d’urto (shockwaves)
    erano sempre unidirezionali. Le onde d’urto (shockwaves) a intermittenza
    erano capaci di forzare le cariche nella direzione della loro propagazione.
    Gli oggetti posti vicino a questo dispositivo diventavano straordinariamente
    elettrificati, trattenendo una traccia di singola carica per svariati minuti dopo
    che lo scaricatore magnetico era stato disattivato.

    Tesla scoprì che era possibile amplificare questi effetti di singola carica con un semplice allineamento
    asimmetrico dello scaricatore magnetico.
    Mettendo lo scaricatore magnetico più vicino ad uno o all’altro lato della
    dinamo che caricava, potevano essere selezionati e proiettati sia il vettore di
    forza positiva che quello di forza negativa. Così la carica poteva essere
    proiettata all’interno di qualche oggetto nello spazio del campo o estratta.

    Questa era una nuova forza elettrica. Tesla comprese più che mai che era in un
    territorio sconosciuto. Il fatto che queste forze radianti viaggiavano come
    “raggi simili a luce” le distingueva dalle onde elettromagnetiche di Maxwell.
    Tesla voleva determinare l’effetto della diminuzione graduale della durata
    degli impulsi, un lavoro che richiedeva la massima perizia e precauzione.
    Sapeva che si sarebbe esposto ad un pericolo mortale. Controllando la rapidità
    dello scoppio della corrente nell’arco magnetico a corrente continua, Tesla
    rilasciò un nuovo spettro di energie “simili a una luce” attraverso tutta la
    grande aerea di osservazione. Quest’energia era di un tipo che nessun altro al
    mondo da allora ha mai più visto. Tesla scoprì che la durata dell’impulso da sola
    definiva l’effetto di ogni corto spettro. Questi effetti erano completamente
    peculiari, dotati di altre strane qualità mai incontrate puramente in Natura.

    Treni di impulsi, ognuno eccedente la durata di 0,1 millisecondi, producevano
    dolore e pressioni meccaniche. In questo campo radiante, gli oggetti vibravano
    visibilmente e addirittura si muovevano mentre il campo forza li spingeva. I
    cavi sottili, esposti a scoppi improvvisi del campo radiante, esplodevano in
    vapore. Dolore e movimenti fisici cessavano quando venivano prodotti impulsi
    di 100 microsecondi o meno.

    Con impulsi della durata di 1,0 microsecondo si avvertiva una forte calore
    fisiologico. Ulteriori diminuzioni della durata degli impulsi portavano a
    spontanee illuminazioni, capaci di riempire le stanze e i globi contenenti il
    vuoto con luce bianca. A queste frequenze di impulso, Tesla era capace di
    stimolare l’apparizione di effetti che sono normalmente mescolati tra le energie
    elettromagnetiche insite nella luce del sole.

    Impulsi più corti producevano
    brezze fredde che penetravano le stanze, accompagnate da un sollevamento
    dell’umore e della coscienza.

    Non c’erano limiti in questo avanzamento verso
    impulsi di durata inferiore. Nessuna di queste energie a impulso poteva essere
    riprodotta con l’uso di alternanze armoniche ad alta frequenza. Pochi poterono
    riprodurre questi effetti perché così pochi capirono la necessità assoluta di
    osservare i parametri fissati da Tesla. Questi fatti sono stati spiegati da Eric
    Dollard, che ottenne con successo anche gli strani distinti effetti dichiarati da
    Tesla.
     
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  7. Vitriol
     
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    Conosco perfettamente tutto cio' sono argomenti di cui ho esperienze piuttosto lunghe, non per niente sto mettendo a punto un sistema per le onde longitudinali e sperimentarne gli effetti fisiologici.
    Sistemi con campi magnetici pulsati ne ho realizzati a bizzeffe è per questo che in tutti i post vado raccomandandomi di stare attenti perchè sò perfettamente cosa producono e ho imparato a usarli con cautela.
    Faccio questo piccolo esperimento per darne appunto anche dimostrazione pratica oltre che a parole, per convincere chi leggerà che si hanno effetti fisici di rilievo solo con campi magnetici pulsati, ma di fatto ho già test passati che lo dimostrano ampiamente, ma una dimostrazione pratica qui vale piu' di mille discorsi e quindi dare un punto fermo e chiarificatore definitivo su questo argomento in modo che chi legge abbia una base di conoscenza per qualsiasi lavoro futuro in merito.

    CITAZIONE
    Vitriol conosci questo lavoro che parla delle correnti pulsanti ?

    si si lo conosco benissimo ho anche fatto qualcosa di simile in passato.

    Edited by Vitriol - 16/8/2011, 14:51
     
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6 replies since 12/8/2011, 22:37   515 views
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